In sintesi «Un’Europa unita culturalmente» era ciò che molti intellettuali avevano auspicato dopo la fine della seconda guerra mondiale e il crollo del nazi-fascismo. Il rapido processo di industrializzazione e modernizzazione che caratterizzò l’immediato dopoguerra proiettò il mercato culturale in una nuova dimensione facendo delle case editrici e della rapida espansione dei mezzi di comunicazione di massa i veri tramiti del processo di unificazione culturale dell’Europa. All’interno di questo sistema, qui studiato in rapporto agli scambi italo-svizzeri, si profilava una nuova figura professionale: quella del “mediatore culturale” inteso come imprenditore della cultura.
Soggetto e obiettivo Il progetto “La gita a Chiasso” (realizzato dal nostro team di ricerca nel 2016-2019, per cui cfr. https://www.rose.uzh.ch/static/gitachiasso/ ) ha messo in luce come negli anni ‘30-‘50 la mediazione culturale tra Italie e Svizzera avvenisse principalmente per tramite di quelli che potremmo definire dei “funzionari”, attivi perlopiù in istituzioni o enti statali (scuole, università, ambienti diplomatici, associazioni). La nuova figura che invece emerge dalla metà degli anni ‘50 in poi è molto diversa e risponde ai connotati del libero professionista perfettamente a proprio agio nella logica produttiva dell’industria culturale. Prendendo atto di questo vero e proprio cambio di paradigma, emerso quale uno dei risultati teorici più rilevanti del progetto La gita a Chiasso, la presente ricerca mira a:a) indagare in una nuova chiave metodologica che si avvale delle strategie critiche sviluppate nell’ambito della Actor-Network-Theory le nuove dinamiche di mediazione venutesi a creare con l’industrializzazione del mercato culturale nel periodo compreso tra il “boom economico” e la fine della guerra fredda; b) mettere in luce, tramite casi di studio, il lavoro di mediazione svolto da alcune figure centrali di tale processo sull’asse Italia-Svizzera; e c) interrogarsi, prendendo a modello gli specifici rapporti italo-svizzeri, sulle modalità con cui diverse costellazioni di attanti sociali abbiano funzionato (o meno) nella direzione di una unificazione culturale dell’Europa.
Contesto socio-scientifico In un approccio prevalentemente storico-sociale, il progetto integra la ricerca d'archivio (su fonti sia cartacee che multimediali) con metodi analitici provenienti da diversi settori disciplinari (studi culturali, filologia, storia della letteratura, semiologia, media studies, teorie della ricezione, sociologia, digital humanities). Intende contribuire alla storia della diffusione culturale in Europa e dei rapporti italo--svizzeri in particolare. I risultati della ricerca saranno disponibili su una piattaforma online appositamente allestita e in pubblicazioni di approfondimento gratuitamente accessibili.
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