Oggetto e obiettivi Il romanesco non dispone ad oggi di una grammatica storica, come invece altri dialetti italiani quali il napoletano. Eppure si tratta di una varietà da un lato riccamente documentata, dall’altro caratterizzata da una storia linguistica che non ha l’uguale nella Penisola. Il romanesco infatti ha subìto, secoli prima che gli altri dialetti d’Italia, l’influsso del toscano, avviato a divenire lingua comune, che altrove fra Quattro e Cinquecento forniva il nuovo modello allo scritto, ma a Roma ha improntato di sé anche il parlato, sino ai livelli più popolari. Ciò ha prodotto una radicale trasformazione del romanesco, che porta a distinguere – caso unico in Italia – un dialetto di I ed uno di II fase, separati dalla toscanizzazione quattro-cinquecentesca. Questa singolarità del “caso Roma” da un lato è motivo di interesse, dall’altro spiega forse l’assenza, sino ad oggi, di una grammatica storica, la cui redazione pone l’autore di fronte a difficoltà uniche. Obiettivo del progetto è proprio la redazione di una grammatica storica del romanesco, che tratterà ogni singolo aspetto della struttura (suoni, forme e costrutti) nella sua evoluzione nel tempo, a partire dal latino e sino alla contemporaneità. Contesto socio-scientifico L’opera si baserà su una schedatura sistematica dei testi romaneschi dal Medio Evo ai giorni nostri, che si avvarrà di un archivio testuale elettronico del romanesco, la cui interrogazione agevolerà il lavoro, così come lo agevolerà il poter disporre delle biblioteche del Seminario di romanistica zurighese. Il progetto si gioverà inoltre della consulenza dei massimi esperti di romanesco, attivi in università estere.
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